L'Amore Universale

L'amore, ogni amore, fa storia a sé, al di là delle congiunture temporali e spaziali. E' per ciò necessario osservare ogni amore sgomberando il campo da qualsivoglia pregiudizio, restituendo ad ogni apparente anomalia il suo carattere di normalità, insieme -appunto- alla natura strettamente temporale e culturale di ogni pur bizzarro concetto e pratica amorosa, comprese le qui osservate pratiche odierne.

Ciò detto, al di là di ogni particolarità, chi si diverte a tradurre in freddi processi biochimici la misteriosa poesia della natura umana, pare abbia individuato alcuni dei meccanismi universali che inducono l’amore, dimostrando che, quando ci innamoriamo e nelle fasi che succedono all'innamoramento, si scatenano nel nostro corpo tutta un serie di reazioni biochimiche che inducono sensazioni di euforia, attrazione, desiderio, passione e, poi, via via che la conoscenza dell'Altro si fa più profonda, tenerezza, calore, cura...

Si tratterebbe, secondo ormai numerose ricerche, di una vera e propria iniezione di sostanze dagli effetti psicotropi che regolano ogni relazione amorosa, dall'inizio alla fine.

Molto schematicamente, secondo questa ipotesi, quando ci innamoriamo, il mesencefalo, quella zona del cervello legata (non a caso) alla vista e all'udito, comincia a rilasciare dopamina, un neurotrasmettitore in grado di farci provare sensazioni di piacere ed euforia. 

Il nostro corpo invia allora segnali, per quanto apparentemente impercettibili, di attrazione: pupille che si dilatano, batticuore, viso arrossato, leggero sudore che irrora la pelle, odori. 

 Amore in MediadoSe l'Altro reagisce positivamente, allora si rafforzano i circuiti cerebrali e aumenta la sensazione di piacere. Così, ad ogni nuovo incontro, la dopamina entra sempre più in circolo aumentando il desiderio dell’Altro e, con essa, altri due neurotrasmettitori: la noradrenalina e la feniletilamina. 

In questo modo si scatena l’eccitazione, l’inappetenza, l’ansia, mentre, contemporaneamente, l’abbassamento dei livelli di serotonina, favorisce l'insorgere di quel sentimento di ossessione per cui ci sembra di non poter più fare a meno dell’Altro. 

Poi il rapporto si approfondisce, ed entra in campo l'ipotalamo che stimola la produzione di ossitocina, un ormone responsabile dei nostri sentimenti di tenerezza e calore: è il tempo delle carezze, dei baci, del sesso, attività che a loro volta innalzano i livelli di ossitocina.

Ma, ahinoi, madre natura, ci informano queste ricerche, ci dà una spinta, non ci sorregge per sempre. 

Infatti, questa fantastica reazione pare destinata a durare ben poco: dai 35 ai 45 mesi , dopodiché il cervello, come un vero tossicodipendente, si assuefà e non reagisce più a quegli stimoli che un tempo lo facevano sballare. 

È a questo punto che, se non entrano in campo altri elementi, può iniziare la crisi.

E' come se madre natura ci desse una spinta (non a caso quei 3/4 anni che possono essere utili a mettere al mondo una nuova creatura dando impulso alla specie) e poi lasciasse che libero arbitrio e suggestioni culturali prendano il sopravvento.


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