Non esistono bambini che non vogliono mangiare

Rientro da un meraviglioso viaggio negli stati uniti, nel quale, oltre a visitare la carismatica New York, città dal carattere imprevedibile e travolgente, ho fatto conoscenza con nuove tecniche per la riabilitazione Logopedica.

A dirla tutta mi si è dispiegato davanti agli occhi un nuovo mondo di saperi e di tecniche che per molto tempo ho cercato solo di immaginare! 

Il viaggio in America è nato dalla voglia di cercare qualcosa di nuovo, qualcosa che fosse in grado di soddisfare la mia fame di conoscenze e di riempire quel vuoto che anni di terapia avevano creato. 

Mi sentivo incompleta: applicare un metodo per tanto tempo ti rende capace di conoscere ogni più piccola sfumatura di quel metodo e di poterlo applicare sempre al meglio cambiando le regole a secondo della necessità, ma sempre rispettando i bisogni della persona e la struttura del metodo. 

Eppure qualcosa mancava. 

Una sfumatura che rendesse efficaci quegli esercizi per la bocca, degli strumenti che li rendessero più completi, ed una conoscenza più approfondita del sistema corpo-bocca-sensi. Una visione che unisse in un quadro unico alcuni pezzetti di puzzle ancora sparsi nella mia mente. 

L'incontro con la D.ssa Cerchiari di qualche mese fa mi aveva convinto che quel qualcosa di nuovo, almeno per me, esisteva, e che sarei dovuta andare a cercarlo esattamente dove era andata lei: in America!

Sono approdata a Charlotteville, Virginia, credendo di imparare una tecnica, ed invece ho scoperto un nuovo mondo! Un mondo legato alla sfera dello sviluppo senso-motorio del neonato e di come tutte le fasi di sviluppo siano profondamente legate tra loro e la mancanza di una vada inevitabilmente a creare un.altra mancanza, grande o piccola che sia. 

Ho scoperto che non esistono bambini che non vogliono mangiare, ma bambini che non sono sicuri di quello che mangiano e non sono sicuri che il loro corpo sia in grado di gestire quel cibo.  

Bambini che non amano mangiare perché il cibo provoca loro disturbi e dolori intestinali, perché gli organi preposti alla masticazione e alla preparazione del cibo sono ipersensibili o iposensibili ai sapori, alla consistenza, alle temperature. 

Esistono bambini che devono scoprire il sottile equilibrio tra loro e il cibo. Ho scoperto che esiste la modalità per accogliere questi bambini, per farli sentire a proprio agio e aiutarli a trovare quell'equilibrio tra loro, il loro corpo e il cibo.

Come sempre, intorno ad un sintomo, esiste un mondo fatto di molte sfumature che andrebbero sempre prese in considerazione per comprendere fino in fondo il problema, prima di proferire la troppo facile sentenza del "Non vuole". 

"Mi devo allontanare da te per vederti tutta intera," dice Jovanotti in  una sua bella canzone ("Io Re Magio tu stella cometa"), perché se non lo facciamo rischiamo di non vedere! 

Se si guarda da troppo vicino vediamo il particolare, ma non il complesso e noi non possiamo e non dobbiamo mai fermarci al solo sintomo! Il nostro corpo è un sistema perfetto, ed il suo equilibrio è garantito dal perfetto funzionamento di tutti gli elementi del sistema, e per quanto esso sia talmente perfetto da essere in grado di autoripararsi, quando l'equilibrio traballa non possiamo che guardare al sistema nel suo complesso se volgiamo trovare il punto di " inceppamento". 

Torno dall'America con due valigie in più, piene di libri, di regali, e di nuovi saperi che non vedo l'ora di applicare! E con la consapevolezza che ho ancora molto da studiare e da sapere sullo sviluppo neuromotorio e sensoriale del corpo per poter davvero comprendere perché un bambino ha difficoltà, che sia nella parola, nel mangiare o nel movimento. E allora studierò! 

P.S. Ho trovato anche tutti gli strumenti di cui sentivo la mancanza! Nuovi strumenti per giocare e per imparare!

 Viviana Gaglione

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